C’è qualcosa di verde tra di noi: il rispetto per l’ambiente vale anche quando comunichiamo
Storia dell’azienda Something Green
Newsletter, missive tradizionali, post sui social media, comunicazione aziendale. Come fare senza sprecare carta? E se il rispetto per l’ambiente l’applicassimo anche ai nostri contenuti oltre che ai materiali con cui vengono stampati?
Un’azienda molto attiva in tal senso è Something Green della danese Mona Jensen, con sede a Copenhagen. Il motto di Mona è: “Lasciamo le cose migliori di come le abbiamo trovate”. Quindi nella sua agenzia di comunicazione eco-sostenibile, si lavora sodo per ridurre l’impatto ambientale e la cosiddetta “impronta carbone”, la scia di anidride carbonica che ogni processo produttivo lascia dietro di sé.
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L'imprenditrice danese Mona Jensen |
L’agenzia Something Green è non soltanto attiva nell’educazione ambientale, grazie alle collaborazioni con numerosi Amministratori Delegati di aziende commerciali e no-profit, ma anche dedita a un compito molto speciale: piantare 20 alberi per ogni nuovo cliente acquisito, più 200 alberi ogni anno, solitamente durante la Giornata Mondiale della Terra, che si celebra il 22 aprile.
Oltre a corsi e a un blog dedicato alla comunicazione ambientale – un tema proposto, ad esempio, è come parlare dei vasti incendi che interessano Nord Europa, Stati Uniti e Australia, senza spaventare le persone -, Something Green offre una serie di servizi molto specializzati relativi ai social media, alle newsletter, ai post dei blog e al copywriting per i siti Web delle grandi aziende.
I suoi clienti vanno da EcoSparkels a Terra Manzi e molte altre, note e meno note. Una prova che il mondo dell’impresa sta affrontando il tema ambientale, cercando di gestirlo e di renderlo anche in parte profittevole, da molto prima che le opinioni pubbliche dei Paesi si rendano conto del costo immane dell’attuale situazione di sfruttamento delle risorse, depauperamento della biodiversità e inquinamento dei mari, tra le prime cause del climate change. Tra questi clienti figura anche il Comune danese di Roskilde, del quale Something Green cura la comunicazione digitale.
È proprio sul digitale che abbiamo voluto saperne di più.
D)
Il logo della tua impresa è un filo verde
intorno ai palazzi di una metropoli. Come vedi l’ecologia in questo momento e
puoi parlarci di come la esprimi nel tuo lavoro?
R)
Io vivo nella capitale danese, Copenhagen, e non
potrei vivere altrove. Tuttavia nei miei valori c’è il profondo desiderio che
diventiamo tutti più sostenibili. Sì, la mia filosofia è che l’ecologia sia una
sorta di arcobaleno verde in mezzo ai nostri panorami urbani così spesso
inquinati. Per questo collaboro nel rendere sostenibili le comunicazioni delle
aziende che lavorano con me. Ad esempio ho lavorato con la onlus Chooose
(proprio così, con tre o) che si batte per sensibilizzare le persone contro il
climate change. Ho curato la loro partnership con l’aeroporto di Heathrow, come
ad esempio tutte le mail sponsorizzate da Chooose per tutti coloro che
acquistavano biglietti in tale aeroporto. In quelle mail venivano fornite informazioni sulla riduzione dell'impronta carbone dei voli e altri temi sensibili dell'ecologia. Noi abbiamo gestito tutto il flusso delle spedizioni di queste missive elettroniche.
D)
Pensi che il tuo essere donna c’entri qualcosa
con il tuo impegno green?
R)
Non lo so con sicurezza, ma penso che
statisticamente sia vero che le donne di oggi sono più attente alla tematica
ecologica.
D)
Come si fa a crearsi un ufficio paperfree?
R)
Io non tendo tanto a valorizzare la mia ditta
come paperfree. Non riesco a fare a meno della carta (mi mostra il suo quaderno
di appunti). Tendo piuttosto a valorizzarlo in quanto ufficio “ecologicamente
consapevole”, dove la carta non viene mai sprecata. Il mio fidanzato per
esempio ha dei blocchi d’appunti chiamati qualcosa come “Forever Living” che
grazie a un barcode che viene letto dal cellulare consentono di riutilizzare i
fogli. Pianto poi alberi per ogni volta che acquisisco un cliente.
D)
Ci parli di questa iniziativa di piantare gli
alberi?
R)
Sì, dono parte del fatturato a EdenReforestation Project, una onlus che è presente in molti Paesi del mondo e riceve
donazioni per piantare alberi con manodopera locale, che così riceve un
reddito, e favorendo il rimboschimento e le culture tradizionali.
D)
Che cosa diresti a chi vuole migliorare la
comunicazione ambientale, ad esempio in tempi di coronavirus?
R)
Direi di focalizzarsi sulle cose positive: l’aria
meno inquinata, e tutti i passi che si possono concretamente attuare per
ottenere questo obiettivo, come la legislazione sui filtri delle auto o per
ottenere produzioni a impatto zero o ridurre l’inquinamento. Questa crisi ha
dato nuove possibilità alla vita, cercherei di rafforzare questo concetto. Idee
positive.
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